La piccolissima cantina (60 mq) si trova in paese, sotto il livello della strada, ed è una cantina di circa 200 anni di vita costruita in pietra sotto al palazzo di famiglia. A Maschito ogni casa del centro storico possiede una propria cantina sotto il livello stradale e in ottobre si può sentire il profumo delle fermentazioni che si attivano di casa in casa, di vicolo in vicolo. Il pigiato (circa 30 quintali) viene trasferito in una vecchia botte centenaria in castagno (utilizzata in passato per conservare il vino) posizionata in verticale ed adibita a tino di fermentazione oramai da più di 50 anni. E’ qui che avviene la fermentazione. Questo tino di fermentazione è il vero cuore della cantina: è all’interno del suo antico legno che si è creato un piccolo ecosistema microbiologico in cui i lieviti si nascondono durante tutto l’anno disidratandosi insieme al legno di castagno per poi riprendere vita in ottobre e lavorare sul mosto fresco dell’Aglianico. Questo ci permette di non dover inoculare il pigiato, ma di poter tranquillamente fidarci dei lieviti indigeni oramai selezionatisi in 50 anni di duro lavoro e di fermentazioni. Il vino non subisce né chiarifiche né filtrazione, non vengono aggiunti additivi oltre a bassissime soglie di metabisolfito di potassio. Non vi è inoculo di lieviti selezionati.
I vigneti si trovano in Basilicata, nella zona del Vulture, un antico vulcano inattivo. Trattasi quindi di terreni di origine vulcanica, collinari, ricchi e variegati. Il vigneto principale si trova a circa 500 metri sul livello del mare, esposto a sud, su un terreno che cambia completamente struttura da zona a zona: in un solo ettaro possiamo trovare zone argillose e fertilissime, zone calcaree ricche di fossili di origine marina e zone completamente sabbiose. Questa ricchezza di suolo ci permette di dare alle uve e al vino moltissime sfaccettature e un quadro aromatico e strutturale molto complesso.
Cercare di portare in bottiglia un vino senza trucchi, applicando le conoscenze tecniche a disposizione per far si che gli interventi sullo stesso vino siano minimi e volti a preservare la vera natura del prodotto. In vigneto si cerca di lavorare puntando il più possibile al rispetto dell’ambiente e alle tecniche agronomiche meno invasive, effettuando pochi trattamenti in periodi precisi e mirati. Ogni anno si studia per migliorare i punti deboli, per attrezzarsi e per avvicinarsi sempre più ad un vino che sia in grado di trasmettere le proprie caratteristiche appieno con il minor numero possibile di interventi invasivi in campo e in cantina.
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